Batteri geneticamente modificati per proteggere le api che producono miele

Stati Uniti – Una nuova ricerca, ha messo a punto una strategia per proteggere le api. Questa strategia consiste nell’utilizzare ceppi di batteri geneticamente modificati.

Un numero crescente di colonie di api negli Stati Uniti e altri paesi hanno subito un forte calo delle loro api adulte. Nel caso degli Stati Uniti, secondo un sondaggio nazionale, gli apicoltori hanno perso quasi il 40% delle loro colonie di api da miele lo scorso inverno.

Batteri geneticamente modificati per proteggere le api

Gli esperimenti hanno già dimostrato che i batteri modificati vivono senza difficoltà nell’intestino delle api da miele. Questi batteri  proteggono le api da due principali cause del collasso delle colonie: gli acari del genere Varroa e il microrganismo noto come “virus dell’ala deformata“.

Il team di Nancy Moran, professore di biologia integrativa all’Università del Texas nella città americana di Austin, ritiene che il metodo che ha sviluppato potrebbe essere adattato in un futuro non troppo lontano per l’uso agricolo su larga scala. Poiché i batteri modificati sono facili da coltivare, da inoculare ed è anche improbabile che i batteri modificati si diffondano oltre le api.

Questa è la prima volta che qualcuno migliora la salute delle api grazie all’ingegneria genetica del loro microbioma“, afferma Sean Leonard, del gruppo di ricerca.

Misure per migliorare la salute delle api

Gli acari Varroa e i virus dell’ala rappresentano le principali minacce della sopravvivenza delle api. Per far fronte a entrambe le minacce, il team ha progettato un ceppo di batteri che attacca il virus e gli acari.

Le api trattate con il ceppo di batteri che attaccano il virus avevano il 36,5% di probabilità in più di sopravvivere per 10 giorni. D’altra parte, gli acari Varroa avevano circa il 70% in più di probabilità di morire entro 10 giorni in api non trattate con il ceppo di batteri, rispetto agli acari che si nutrivano delle api protette dai batteri.

Gli esperimenti sono stati condotti secondo i rigidi protocolli di biocontenimento utilizzati nell’ingegneria genetica. Moran ritiene che anche senza tali protocolli, il rischio di batteri modificati che fuoriescono nell’ambiente e infettano altri insetti alterandoli, è molto basso. Il tipo di batteri utilizzato è altamente specializzato nel vivere all’interno dell’intestino dell’ape, non può sopravvivere a lungo al di fuori di esso. Tuttavia, saranno necessarie ulteriori ricerche per determinare l’efficienza e la sicurezza di questa nuova classe di trattamenti in ambienti agricoli.

Dottoressa in Scienze degli Alimenti e della Nutrizione

Autrice e fondatrice di LaTuaDietaPersonalizzata.it. Laureata con lode in Scienze degli alimenti e della nutrizione umana presso la Seconda Università di Napoli ed esperta di salute, alimentazione e benessere.

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