Recenti studi condotti dall’EFSA (Agenzia Europea per la Sicurezza Alimentare) hanno riacceso i riflettori sulle preoccupazioni riguardanti l’arsenico inorganico presente in alcuni alimenti, con particolare attenzione rivolta al riso, ai prodotti derivati dal riso e ai cereali.
Arsenico, attenzione soprattutto a questi cibi: lo portiamo ogni giorno in tavola!
L’arsenico inorganico è una forma di arsenico che si trova in natura e può essere introdotto nell’ambiente attraverso varie attività umane, come l’agricoltura e l’industria. Questa sostanza può contaminare il suolo, l’acqua e le colture agricole, rappresentando quindi una potenziale minaccia per la catena alimentare.
A differenza dell’arsenico organico, che è legato a composti carboniosi presenti in organismi viventi, l’arsenico inorganico non ha legami con il carbonio ed è generalmente considerato più tossico per gli esseri umani.
L’arsenico inorganico può assumere diverse forme chimiche, tra cui arseniato e arsenito, ed è noto per la sua persistenza nell’ambiente e la sua capacità di accumularsi nei tessuti vegetali. Di conseguenza, può essere assorbito dalle piante e trasferito agli animali e agli esseri umani attraverso la catena alimentare.
La sua tossicità è stata associata a una serie di problemi di salute, tra cui disturbi gastrointestinali, danni ai reni, danni al sistema nervoso e rischi aumentati di sviluppare alcune forme di cancro, come i tumori della pelle e del tratto urinario.
Date queste preoccupazioni per la salute pubblica è fondamentale monitorare attentamente i livelli di arsenico inorganico negli alimenti e nell’ambiente, nonché adottare misure efficaci per ridurne l’esposizione e proteggere la salute dei consumatori.
Allarme EFSA per tutti questi cibi di consumo comune che portiamo ogni giorno a tavola!
L’arsenico inorganico, da tempo oggetto di dibattito per le sue possibili implicazioni sulla salute umana, è stato al centro di una nuova analisi da parte dell’EFSA, su richiesta della Commissione Europea. Questa valutazione, che ha coinvolto esperti della tossicologia umana e animale, ha esaminato dati epidemiologici umani per valutare il rischio correlato all’arsenico inorganico.
Nonostante l’arsenico si presenti in diverse forme chimiche, l’attenzione principale è stata focalizzata sull’arsenico inorganico, data la sua ampia diffusione sia in natura che a causa delle attività umane, rendendo cruciale una costante sorveglianza su questo contaminante alimentare.
Le implicazioni dell’esposizione a lungo termine a questa sostanza sono state analizzate, evidenziando potenziali rischi per la salute, inclusi possibili legami con alcune forme di cancro, tra cui un aumento nell’incidenza dei tumori della pelle.
Per valutare il rischio di esposizione, l’EFSA si avvale del Margine di Esposizione (MOE), che confronta la dose che causa effetti avversi con il livello di esposizione della popolazione. Un MOE basso indica un rischio maggiore.
L’agenzia ha individuato riso, prodotti derivati dal riso, cereali e loro derivati come principali veicoli di arsenico inorganico. Anche se l’acqua potabile può contribuire all’esposizione, i livelli di arsenico in Europa sono generalmente sotto controllo.
Attualmente, l’EFSA sta esaminando i potenziali rischi legati all’esposizione all’arsenico organico negli alimenti. Dopo questa fase di valutazione, sarà essenziale considerare anche i rischi legati all’esposizione combinata all’arsenico organico e inorganico negli alimenti, al fine di garantire una comprensione completa della situazione e promuovere ulteriori misure di protezione.
Fonte: Efsa