Pasta: la lista delle marche che usano solo grano italiano al 100%!

L’attenzione dei consumatori si sta specializzando, allo scopo di raffinare la ricerca dei prodotti migliori, e soprattutto prodotti in Italia. La pandemia che ha interessato molti paesi del mondo, tra i quali anche il nostro, ci ha fatto riflettere anche su quanto è importante sostenere le nostre aziende, le nostre produzioni, la nostra qualità. Nel settore della pasta, i marchi che utilizzano solo grano italiano, recentemente conquistano posizioni più alte in classifica, rispetto a quelli che non lo fanno.

Ecco perché molte aziende stanno rivedendo le proprie posizioni e cercando di correggere il tiro. Recentemente l’Unione Europea ci ha tenuto a precisare che la provenienza di un ingrediente, qualunque esso sia, non è indice di buona qualità. Ciò non toglie che i consumatori hanno il diritto di sapere che cosa stanno mangiando, e ci rincuora il fatto che i pastai italiani hanno deciso comunque di mantenere tutte le informazioni ben visibili in etichetta.

Perché bisogna preferire il grano italiano?

Come abbiamo già visto in un nostro recente articolo, la pasta prodotta con grano italiano offre una maggiore garanzia di integrità, rispetto alle altre, non solo per un normale campanilismo, ma anche perché il grano estero è stato scoperto più volte colpevole di contenere tracce di glifosati, i residui di pesticidi e diserbanti nocivi per la salute. In Italia è vietato utilizzare tali sostanze, nelle settimane precedenti la raccolta, e in tal modo non se ne rinviene traccia nelle confezioni di pasta, tranne che poche volte e in quantità trascurabili.

Dall’Associazione Unione Italiana Food, abbiamo ricevuto una precisazione in merito: “In realtà la pasta prodotta dai pastai italiani è buona e sicura e l’industria italiana della pasta si è sempre ispirata al principio di precauzione quando si è trattato di tutelare la salute dei consumatori“.

La stessa Associazione ci tiene a precisare che il glifosato, presente in tracce in alcune varietà di grano utilizzato per fare la pasta, non è assolutamente nocivo per l’uomo in quanto “non sarebbe possibile superare i limiti di sicurezza neppure mangiando 200 chili di pasta al giorno, per 365 giorni dell’anno“. Il concetto chiave è la quantità; le tracce sarebbero talmente ridicole da non poter assolutamente influire sul normale metabolismo umano.

Quali marchi usano grano italiano?

Sì rimane sorpresi a scoprire che aziende molto famose continuano ad usare grano proveniente da paesi dell’Unione Europea ed altri, eppure sono tanti: De Cecco, Divella, Garofalo e Granoro, solo per citarne qualcuna. La Divella “linea integrale” usa però al 100% grano italiano. Per quanto riguarda invece Barilla, da qualche anno tutta la sua linea di prodotti è diventata completamente italiana, produce e commercializza in Italia solo pasta 100% grano italiano.

La nuova pasta, riconoscibile dalla confezione azzurro cielo, sostituisce e rinnova quella nella tradizionale “confezione blu”. Per maggiori informazioni potete leggere il comunicato stampa, cliccando qui.

Ecco invece alcune di quelle che usano grano italiano attualmente:

  • Agnesi
  • Barilla
  • Amato
  • Alce nero
  • Afeltra
  • Amore terra
  • Baronìa
  • Casa Prencipe
  • Caccese
  • Cocco
  • Coop vivi verde bio
  • Di Martino
  • Felicetti
  • Floriddia
  • Girolomoni
  • Grano Armando
  • Granoro dedicato
  • Guerrieri
  • Iris
  • La Molisana
  • La terra e il cielo
  • La pasta di Camerino
  • Libera terra
  • La Tosca
  • Leopardi di Norcia
  • Le stagioni d’Italia
  • Lidl Combino
  • Liguori
  • Mancini
  • Martelli
  • Misura
  • Palandri
  • Riccio
  • Primo grano
  • Probios
  • Riscossa
  • Rummo
  • Russo
  • Santacandida
  • Sgambaro
  • Solosardo
  • Spigabruna
  • Terra di luce
  • Valle del grano
  • Verrigni
  • Voiello

Naturalmente ce ne sono molte altre delle quali non siamo a conoscenza, anche perché sugli scaffali dei prodotti freschi si trovano sempre più spesso confezioni di pasta fresca prodotta da pastifici artigianali, che utilizzano il grano del territorio. Come sempre la palla passa a noi consumatori, che dobbiamo allenare un occhio sempre più attento e sempre più saggio nei confronti di quello che acquistiamo.

Allora perché si continua ad usare il grano estero?

Alcune famose ditte produttrici di pasta affermano che il grano italiano non è sufficiente per tutti. Lo si può leggere sui siti web di Barilla e De Cecco, ad esempio, ed è vero: a fronte dei 4 milioni di grano prodotto in Italia, il mercato ne chiede più di 6, e i conti non tornano. Un altro motivo è sicuramente il prezzo, perché il grano prodotto in Italia costa qualcosa in più rispetto a quello che viene da alcuni paesi esteri, soprattutto per quanto riguarda la Francia, la Polonia, l’Ucraina e l’Ungheria.

L’Associazione Unione Italiana Food ci ha fatto pervenire una nota nella quale smentisce questo particolare, specificando che “I grani duri esteri più pregiati, che coprono in media il 30-40% del fabbisogno, possono arrivare a costare anche il 10%-15% in più di quelli nazionali, perché solo i migliori frumenti disponibili sul mercato permettono di realizzare la giusta “miscela”, che è il segreto della nostra pasta“.

Ma allora, ci domandiamo, perché il prezzo della pasta con grano italiano deve lievitare così tanto? Per non parlare poi delle selezioni di grano speciale, che fanno costare un pacchetto di pasta da mezzo chilo, addirittura 5 euro! Ci aspettiamo controlli più stringenti da parte delle autorità, che tutelino la salute dei consumatori, ma anche finalmente la corrispondenza tra il costo di un prodotto ed il suo reale valore aggiunto.

Mi piace scrivere, anzi, è una vera e propria passione che mi fa compagnia dall’infanzia. Ho studiato al conservatorio di musica dell’Aquila, poi ho fatto altri corsi specialistici su temi speciali, come il turismo, l’insegnamento, la filosofia, il marketing, le religioni. Ho scritto un libro, ne sto scrivendo un secondo e ho vari blog su internet e pagine Facebook. L’altra mia passione è la radio, nella quale ho lavorato per più di vent’anni e collaboro tuttora.

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