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Olio extravergine sotto accusa: ftalati in tutti i campioni anche nel bio, tra i peggiori c’è il Primadonna di Lidl!

Olio extravergine sotto accusa: ftalati in tutti i campioni anche nel bio, tra i peggiori c’è il Primadonna di Lidl!
Giugno 11, 2025Maria Di BiancoAlimenti e nutrizioneNewsSalute e Benessereftalati nell'olio extravergineolio extravergineolio extravergine lidltest olio extarvergine

L’olio extravergine d’oliva è da sempre un pilastro della dieta mediterranea, apprezzato per le sue proprietà nutrizionali, antinfiammatorie e protettive sul piano cardiovascolare. Tuttavia, la qualità dei prodotti disponibili nella grande distribuzione non sempre rispecchia le aspettative associate a questo alimento simbolo di salubrità.

A dimostrarlo è un’indagine condotta dalla rivista francese 60 Millions de Consommateurs, che ha analizzato 22 oli extravergini – tra convenzionali e biologici – venduti nei supermercati. I risultati sollevano interrogativi importanti sulla qualità reale dei prodotti commerciali, anche di marchi noti.

Olio extravergine d’oliva: non sempre è davvero “extravergine”: ftalati presenti in tutti i campioni!

Olio extravergine

I test, svolti da un laboratorio indipendente, hanno evidenziato almeno una forma di contaminazione in ciascun olio esaminato. Il dato più preoccupante riguarda la presenza di ftalati, plastificanti noti per il loro effetto di interferenza endocrina e potenziali implicazioni sulla salute riproduttiva.

Neppure gli oli biologici si sono rivelati immuni da questo tipo di contaminazione. L’unico campione con una traccia minima (0,2 mg/kg) è stato l’olio francese Puget, contenente DEHT, una molecola ancora poco studiata. I valori più elevati sono stati riscontrati in Carapelli (4,8 mg/kg) e Terra Delyssa (3,5 mg/kg), livelli non rassicuranti anche se inferiori rispetto ad analisi precedenti.

Composizione nutrizionale: il contenuto di acido oleico è variabile

La ricerca ha valutato anche il contenuto di acido oleico, un grasso monoinsaturo benefico. Le percentuali variano sensibilmente tra i prodotti: si passa dal 61% di Terra Delyssa al 75,4% del già citato Puget. I marchi italiani mostrano valori mediamente più elevati, mantenendosi in un range nutrizionalmente positivo, con basso contenuto di grassi saturi e assenza di grassi trans oltre i limiti normativi.

@60 Millions de Consummateurs

Qualità sensoriale in lieve miglioramento, ma resta il problema dell’ossidazione

Rispetto a test precedenti, la qualità organolettica (gusto e aroma) risulta mediamente migliorata. Tuttavia, numerosi campioni mostrano segni evidenti di ossidazione, che indicano processi di deterioramento o conservazione inadeguata.

Marchi come Tramier, Émile Noël, Monoprix e Cauvin si avvicinano ai limiti massimi di perossidi, indicativi di irrancidimento. Anche Carapelli ha mostrato un’elevata assorbanza ai raggi UV, segno di una possibile degradazione.

Primadonna (Lidl): tra i prodotti peggiori del test

Il marchio Primadonna, venduto da Lidl, si è distinto negativamente per diversi motivi: contenuti elevati di ftalati, bassa qualità organolettica e presenza di difetti sensoriali marcati. A fronte di un profilo chimico poco rassicurante, l’olio si è posizionato tra i peggiori della selezione.

I risultati dei marchi italiani: bene, ma non benissimo

Nel contesto generale, le etichette italiane si difendono discretamente. Costa D’Oro Bio conquista un buon terzo posto nella classifica complessiva, grazie all’equilibrio tra composizione lipidica e resa sensoriale. Anche Carapelli Bio figura in quinta posizione, con una valutazione nel complesso positiva, nonostante la presenza di contaminanti.

Monini e Carapelli Tradizionale ottengono risultati appena sufficienti: la qualità sensoriale è accettabile, ma sono state riscontrate tracce di ftalati e idrocarburi saturi e aromatici (MOSH/MOAH), sostanze potenzialmente problematiche.

@60 Millions de Consummateurs

Meglio olio artigianale e 100% italiano, con filiera trasparente

Il quadro complessivo invita alla cautela. Anche se alcuni oli risultano nutrizionalmente validi, la presenza diffusa di contaminanti chimici solleva dubbi sull’affidabilità della filiera industriale. Chi desidera un olio realmente extravergine, privo di sostanze indesiderate e ricco di benefici per la salute, dovrebbe orientarsi verso produzioni:

  • artigianali,

  • tracciabili,

  • italiane al 100%,

  • da aziende che investono in qualità, controlli e trasparenza.

In un’epoca in cui il cibo è anche prevenzione, scegliere consapevolmente è il primo passo per tutelare la propria salute, anche a partire da un semplice filo d’olio.

Fonte: Greenme

Maria Di Bianco
Maria Di Bianco

Dottoressa in Scienze degli Alimenti e della Nutrizione

Autrice e fondatrice di LaTuaDietaPersonalizzata.it. Laureata con lode in Scienze degli alimenti e della nutrizione umana presso la Seconda Università di Napoli ed esperta di salute, alimentazione e benessere. Trovi il mio curriculum completo qui.

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