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Micotossine nel caffè e nei cibi che compriamo ogni giorno: ecco la lista

Micotossine nel caffè e nei cibi che compriamo ogni giorno: ecco la lista
Marzo 18, 2020ElisabettaAlimenti e nutrizioneNewsProdotti pericolosiSalute e Benesserecaffèmicotossinemicotossine negli alimenti

Il caffè è una bevanda buona e salutare, molto amata dagli italiani. Abbiamo anche visto qualche suggerimento per farlo nel modo migliore possibile. Eppure, proprio nella tazzina più amata dalla popolazione, potrebbero nascondersi delle micotossine, sostanze chimiche che possono farci del male.

La lista degli alimenti che contengono micotossine

Durante il processo di torrefazione del caffè la maggior parte delle micotossine viene eliminata. In molti paesi nel mondo vengono fissati dei limiti per le micotossine rilevate nei chicchi, oltre i quali il prodotto viene scartato. Pertanto nella tazzina quotidiana, in effetti, la possibilità che ne arrivi una quantità rilevabile è davvero esigua. Nonostante queste rassicurazioni, è comprensibile che rimanga una certa dose di preoccupazione, soprattutto se si considera che queste sostanze si possono accumulare nel fegato, visto che sono presenti, in minime quantità, ma in parecchi alimenti.

Una recente analisi scientifica compiuta sulle micotossine nel caffè ha dimostrato che il consumo di 4 tazzine al giorno determina l’ingestione del 2% della quantità totale consentita dalle leggi europee. Quindi si può cominciare a parlare di rischio per la salute, solo se si aggiungono al caffè tutti gli altri alimenti a rischio:

  • cereali secchi,
  • semi esotici,
  • frutta e verdura,
  • frutta secca,
  • cacao
  • spezie, tra le quali il peperoncino.

Oltre a questi, ci sono anche i derivati, come la birra, il vino, l’uvetta, i succhi di frutta, il cioccolato.

Nel caffè decaffeinato e nel caffè solubile il rischio aumenta, perché dove è presente una maggiore quantità di caffeina diminuisce la possibilità di sopravvivenza delle micotossine. In ogni caso i prodotti presenti sugli scaffali dei supermercati hanno superato controlli rigorosi, per cui possiamo tirare un sospiro di sollievo, anche perché il Ministero della Salute, ogni volta che rileva alti livelli di micotossine o altre sostanze pericolose, avverte i consumatori e ritira i prodotti dal commercio.

Per ridurre del tutto il rischio, o quasi, si consiglia di consumare solo caffè di buona qualità e di conservarlo in un luogo asciutto e fresco, senza esagerare con tutti gli altri prodotti che possono contenere tracce di tali elementi tossici.

Come si formano le micotossine

Si tratta di sostanze che vengono prodotte in presenza di umidità. Quando un prodotto non è conservato in maniera ottimale, di conseguenza si sviluppano delle muffe. Questo succede soprattutto quando la raccolta determina grandi quantità di prodotto sistemata in cataste, lasciate ad asciugare all’aria aperta.

Leggi anche: Caffè espresso: troppa acrilammide nei chicchi. Ecco le marche peggiori!

In presenza di situazioni atmosferiche non appropriate, con umidità troppo alta, se le cataste non vengono areate frequentemente, la muffa è un fenomeno che si presenta con regolarità. In alcune situazioni, la muffa è addirittura un pregio, non un difetto, come ad esempio per la penicillina nei farmaci o nel gorgonzola. Ma quando si sviluppa senza controllo, genera delle tossine molto dannose per l’organismo umano.

 

✅ Contenuto revisionato dalla Dott.ssa Maria Di Bianco, biologa nutrizionista.
Elisabetta
Elisabetta

Mi piace scrivere, anzi, è una vera e propria passione che mi fa compagnia dall’infanzia. Ho studiato al conservatorio di musica dell’Aquila, poi ho fatto altri corsi specialistici su temi speciali, come la nutrizione, l’insegnamento, la filosofia, il marketing, le religioni. Ho scritto un libro, ne sto scrivendo un secondo e ho vari blog su internet e pagine Facebook. L’altra mia passione è la radio, nella quale ho lavorato per più di vent’anni e collaboro tuttora.

 

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