Caffè ritirato dagli scaffali dei supermercati di una nota marca: ecco i lotti richiamati!
Scatta un altro richiamo alimentare e si tratta di uno dei prodotti che gli italiani consumano tutti i giorni. Il richiamo alimentare riguarda un lotto di caffè facilmente reperibile in alcuni supermercati italiani.
Caffè ritirato dai supermercati di una nota marca: ecco i lotti richiamati!
Dopo gli ultimi richiami alimentari del tofu e molti prodotti ittici (pesce gatto, sardine, stoccafisso, mazzancolle, pesce lucertola, tilapia, suro, umbrino) questa volta è toccato invece ad un noto lotto di caffè. Il lotto di caffè ritirato dagli scaffali è a marchio Juanito ed è venduto nei supermercati Tuodì, InGrande e Fresco Market. Il motivo del richiamo è per un “possibile rischio microbiologico”.
Nei supermercati Tuodì, InGrande e Fresco Market è stato ritirato dagli scaffali il caffè a marchio Juanito per la possibile contaminazione di Ocratossina A (OTA) oltre i limiti di legge.
In particolare il caffè e il lotto interessato dal richiamo è il seguente:
- CAFFE’ GUSTO CLASSICO MACINATO JUANITO
- LOTTO: D06X
- SCADENZA PREFISSATA ENTRO IL: 06/04/2024
Il caffè ritirato dagli scaffali è venduto in confezione da 250 grammi e l’allerta alimentare è partita proprio dalle catene stesse di supermercati, che hanno raccomandato ai consumatori che hanno già acquistato il prodotto di non consumarlo ma di restituirlo immediatamente al punto vendita d’acquisto per ottenere il rimborso o la restituzione del prodotto.
Caffè ritirato dagli scaffali per la presenza di Ocratossina A oltre i limiti di legge
Il lotto ritirato dai supermercati per rischio microbiologico, ovvero per la possibile presenza di ocratossina A (OTA), può essere molto pericolosa per la salute umana. Si tratta di una micotossina prodotta naturalmente da alcuni funghi, e può essere ritrovata in molti altri alimenti. Le ocratossine si trovano principalmente nei cereali e nei legumi, oltre che nei prodotti della macinazione come appunto il caffè, cacao e derivati, vino e bevande alcoliche, frutta secca, uvetta e fichi secchi, e succo d’uva.
L’OTA è stato classificato dalla IARC come possibilmente cancerogeno per l’uomo (Gruppo 2B) a causa delle sue proprietà cancerogene, nefrotossiche, teratogene, immunotossiche e possibilmente neurotossiche. L’EFSA ha stabilito una dose settimanale tollerabile (TWI) di 120 ng/kg di peso corporeo.
Per quanto riguarda questa tossina, sul sito dell’Efsa si legge che:
Dall’ultima valutazione EFSA del 2006 sono emersi nuovi dati che indicano che l’OTA può essere genotossica poiché danneggia direttamente il DNA. Gli esperti hanno confermato che può essere anche cancerogena per il rene. Pertanto gli esperti hanno calcolato il cosiddetto margine di esposizione (MOE). Si tratta di un calcolo utilizzato dai valutatori del rischio per analizzare possibili timori in termini di sicurezza derivanti dalla presenza in alimenti e mangimi di sostanze sia genotossiche sia cancerogene.
Fonte: Tuodì