“Le scorte stanno finendo”, stop alla produzione: la compriamo tutti i giorni | E’ allarme nei supermercati!
Dopo il rincaro dei prezzi, seguita dalla grave crisi idrica sono molte le aziende produttrici che ormai da alcuni mesi si sono trovate in grande difficoltà nella produzione di acqua frizzante. Il motivo è la mancanza di CO2. La crisi idrica colpisce anche l’acqua in bottiglia.
Stop alla produzione di acqua frizzante: ecco le marche che non la produrranno più!
Sono ormai molte le aziende che hanno fermato la produzione non solo dell’acqua frizzante, ma di tutti i prodotti gassati. Tra questi a fermare la produzione c’è il famoso marchio Sant’Anna con una vendita annua di un miliardo e mezzo. A parlare è Alberto Bertone, presidente e AD di Acqua Sant’Anna che già da alcuni mesi ha lanciato l’allarme della mancata reperibilità di anidride carbonica.
“E’ introvabile e anche tutti i nostri competitori sono nella stessa situazione. Siamo disperati, è un altro problema gravissimo che si aggiunge ai rincari record delle materie prime e alla siccità che sta impoverendo le fonti”.
Le aziende produttrici di anidride carbonica infatti preferiscono destinare la produzione al settore sanitario. Bertone ha dichiarato recentemente: “saremmo disposti a pagarla di più anche se già costava carissima, ma non c’è stato verso di fare cambiare idea ai nostri fornitori. Così, l’acqua gasata rischia di finire: una volta finiti gli stock nei magazzini di supermercati e discount, non ci saranno più bottiglie in vendita“.
A pagarne le conseguenze è anche il marchio San Pellegrino che qualche settimana fa, vista la grave situazione, è stato costretto a ridurre l’emungimento, ovvero l’estrazione di acqua dalle falde sotterranee. Una diminuzione dell’estrazione di acqua comporterà quindi anche una riduzione della produzione delle bottiglie e della loro vendita al supermercato.
Stop anche alla produzione di acqua frizzante Lauretana: la CO2 è aumentata di quasi 7 volte!
Un altro marchio di acqua frizzante che da pochi giorni ha annunciato lo stop è la Lauretana. Il costo dell’anidride carbonica nell’ultimo periodo è aumentato di quasi 7 volte. Una cisterna di CO2 costava circa 3 mila euro oggi invece può raggiungere la cifra di 21 mila euro. Un aumento repentino enorme per le aziende che si servono di CO2 per la loro produzione.
Questo problema riguarda tutte le aziende che producono acqua frizzante in Italia. Ma l’acqua frizzante non è l’unica, perché questo problema coinvolge anche le bibite gassate, anche se nei supermercati non si avverte ancora una mancata reperibilità di questi prodotti. Ma se il problema persiste, la mancanza di prodotti gassati sugli scaffali può diventare ben presto reale.
Edoardo Pampuro, il responsabile della comunicazione di Acqua Lauretana ha dichiarato recentemente:
«Sì, i costi e soprattutto l’impossibilità di reperire anidride carbonica ci hanno portato a questa decisione, che non è ovviamente definitiva, ma ha effetto immediato nella nostra linea di distribuzione. Ci auguriamo fortemente di non dover sospendere anche la produzione della frizzante per i formati in vetro. Qualche settimana fa avevano annunciato scorte per una decina di giorni. E così è stato. Da qualche tempo infatti l’approvvigionamento della “Co2” è fortemente irregolare e quindi anche la nostra produzione procede a singhiozzo. Diciamo che siamo sempre stati in grado di rifornire i ristoranti e i bar, mentre nei supermercati non mi stupisce se i clienti non riescono a trovare la nostra acqua frizzante. Per adesso non sono a rischio posti di lavoro anche perché l’acqua frizzante per noi non è la la nostra linea più importante».