Bresaola, altro che sana e leggera: se consumata così diventa pericolosa | Nessuno lo sa!
La bresaola, spesso acclamata come un alimento salutare per la sua magrezza e ricchezza proteica, cela un lato meno noto che solleva interrogativi sulla sua innocuità. Sebbene ampiamente considerata benefica, un’analisi più approfondita rivela che, se consumata in un certo modo, potrebbe presentare rischi per la salute.
La consapevolezza di questa dualità sfida la percezione comune, evidenziando la necessità di esplorare attentamente il modo in cui questo prelibato salume, amato da sportivi e sostenuto da nutrizionisti, potrebbe influire sull’organismo quando inserito in determinati contesti alimentari.
La bresaola è sempre un alimento sicuro? Mangiata così fa malissimo, attenzione!
La bresaola, prelibato salume che s’inserisce nel contesto di una dieta povera di grassi e ricca di proteine, si distingue come uno dei migliori nel panorama gastronomico e gode della frequentazione consigliata da nutrizionisti e dietologi.
A differenza di altri salumi crudi, la bresaola si origina da tagli magri di manzo, precisamente dai muscoli della coscia. Questa peculiare caratteristica la rende particolarmente gradita agli appassionati di sport e a coloro che adottano un regime alimentare equilibrato per raggiungere obiettivi di perdita di peso.
Le sue radici affondano nel territorio settentrionale d’Italia, con la Bresaola Valtellinese che ne costituisce un esempio distintivo, vantando la prestigiosa certificazione IGP e seguendo processi di preparazione rigorosamente tradizionali.
Nonostante le lodi per le sue virtù, un aspetto poco noto della bresaola emerge: se consumata in modo specifico, potrebbe rivelarsi potenzialmente pericolosa per la salute. Esploriamo questo lato meno conosciuto. La bresaola proviene dai muscoli della coscia di bovini, con un’età compresa tra 18 mesi e 4 anni, che vengono lasciati liberi al pascolo e nutriti principalmente con erba, conferendo alla carne una qualità unica. Il processo di preparazione comprende fasi di salatura, essiccazione e insaccamento, con ogni produttore che segue la propria ricetta, spesso arricchita da un mix di sale e spezie come bacche di ginepro, rosmarino, pepe e aglio.
Bresaola ed educazione alimentare: il parere della nutrizionista!
Nonostante la sua diffusa popolarità, la bresaola nasconde una verità meno evidente. Nonostante la sua magrezza, la bresaola contiene circa 4,5 grammi di sale, avvicinandosi alla soglia massima di assunzione giornaliera raccomandata. Come il tacchino affettato, il prosciutto e altre carni lavorate, la bresaola rientra nella categoria di cancerogeni di classe A1 secondo la classificazione dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC).
In effetti, la bresaola non è così inoffensiva come potrebbe apparire e sarebbe prudente non superare le dosi raccomandate, che corrispondono a un massimo di 50 grammi meno di una volta a settimana, equivalente a circa 5-6 fette di bresaola. L’eccesso in ogni cosa costituisce il problema, mettendo in luce che il cibo non è il problema in sé, ma piuttosto l’approccio alla dieta come schema alimentare anziché uno stile di vita. Un deficit nell’educazione alimentare attualmente presente rappresenta la vera problematica.